Italia nella top ten mondiale per numero di Data Center: le statistiche aggiornate

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Secondo le statistiche aggiornate di Datacentermap.com l’Italia rientra nella top ten mondiale per numero di Data Center.


I dati personali sono definiti oggi “petrolio dell’era digitale”, “oro del XXI secolo”, “il nuovo oro nero”. 

La loro importanza è cresciuta esponenzialmente con l’avvento delle nuove tecnologie, dei social network e delle tecniche di profilazione, in grado di definire preferenze e abitudini degli utenti e di orientare l’attività di marketing. 

In tale contesto, i Data Center hanno assunto un ruolo di primaria importanza nell’ospitare le preziose risorse digitali e, al contempo, nell’assicurare la sicurezza delle stesse. Nell’articolo di oggi analizziamo le statistiche più recenti, che collocano l’Italia fra i leader mondiali per numero di Data Center ospitati.

Indice:

Il mercato dei dati 

Un numero in costante aumento di dispositivi, sensori e persone sono collegati alla rete globale attraverso le nuove tecnologie. La capacità di generare, accedere, comunicare e condividere i dati è cresciuta di pari passo al volume delle informazioni. I metodi convenzionali di archiviazione dei dati sono stati superati da nuove soluzioni di immagazzinamento (fra tutte, il Cloud Computing) e l’originario problema dello spazio a disposizione è diventato un’opportunità. 

Le grandi imprese e le industrie oggi si concentrano principalmente sull'analitica dei Big Data per migliorare le loro operazioni in termini di marketing, supply chain, sicurezza delle informazioni, etc. Le industrie ottengono enormi benefici dall'intuizione guidata dall'analitica (e dall’Intelligenza Artificiale) che permette loro di tracciare e gestire le operazioni in modo più intelligente. 

Molte aziende hanno incrementato drasticamente i profitti e hanno soddisfatto le richieste dei consumatori in modo proattivo, utilizzando la raccolta automatizzata dei dati per alimentare le informazioni in programmi di analisi di Big Data. 

Il ruolo dei data center: casseforti 2.0

Molte delle abituali operazioni che effettuiamo, dall’invio di una mail alla navigazione sul web, comportano un trattamento di dati personali, trattamento che approda in un numero ristretto di luoghi i quali devono offrire non solo garanzie di sicurezza, ma anche di velocità. Questi luoghi sono i Data Center, complessi centri di elaborazione dei dati. 

La definizione di Data Center, è da anni al centro di ampi dibattiti e confronti all’interno della comunità scientifica internazionale. Di recente sta prendendo piede una visione più ampia del concetto, da intendersi come un’articolata organizzazione finalizzata all’erogazione di servizi digitali, composta da elementi eterogenei quali: strutture fisiche e risorse umane; dispositivi di elaborazione (i server); apparati di rete, sistemi di supporto e linee di telecomunicazione. 

A tutti questi elementi, di fondamentale importanza, si affiancano necessariamente soluzioni tecniche, procedurali e organizzative – che si traducono in certificazioni – volte a garantire la sicurezza, con particolare riguardo all’integrità, riservatezza e disponibilità delle informazioni. 

Molte aziende hanno già avviato il processo di migrazione da server e strumenti di archiviazione dei dati di proprietà, a soluzioni di “colocation” o “cloud” di nuova generazione, in grado di garantire indubbi benefici derivanti dagli alti livelli di flessibilità, scalabilità e manutenibilità. 

La tendenza è quella di affidarsi a pochi centri altamente specializzati (fra i maggiori provider AWS; Google CSP; Microsoft Azure; Aruba), in grado di supportare le più svariate necessità aziendali e di garantire al contempo eccellenti livelli di operatività. Questo consente alle aziende di canalizzare gli sforzi e le risorse verso il core business, affidando in outsourcing l’elaborazione e la gestione dei dati.

Chiaramente il passaggio da un’impostazione basata sulla gestione locale, ad una basata sull’esternalizzazione, richiede una riprogettazione dei processi, operazione non semplice per organizzazioni che, nel tempo, si sono evolute in relazione alle proprie infrastrutture informatiche, implementate su base “addizionale” più che su piani strategici.

Data center in Italia e nel mondo

Le statistiche aggiornate di Datacentermap.com riportano la presenza di 4730 colocation Data Center al mondo, collocati in 126 paesi diversi. Un trend, quello della colocation, in ascesa in quanto l’esplosione della pandemia ne ha messo in evidenza i punti di forza in termini di business continuity e di sicurezza.

L’Italia rientra nella top ten per numero di Data Center: in totale il nostro Paese ospita 78 colocation Data Center. Il polo con la più alta concentrazione è Milano, dove sono allocati 24 Data Center, seguito da Roma, che ospita 8 strutture gestite da 8 distinti service provider. 

Nel settore privato, di grande impatto è, in particolare, il “Global Cloud Data Center” di Aruba, il più grande Data Center in Italia, che occupa una superficie di 200,000 mpresso Ponte San Pietro (in provincia di Bergamo). La struttura del “Global Cloud Data Center” Aruba, peraltro, rappresenta un esempio di virtuosismo (citato anche in studi sceintifici), in quanto, grazie a panelli fotovoltaici e ad un impianto idroelettrico che attinge dal fiume Bremo, recupera parte dell’energia da fonti naturali.

L’importanza di ospitare Data Center

Secondo uno studio condotto da Kingston Technology, il principale produttore indipendente di memorie al mondo per desktop, laptop, server, stampanti e memorie flash, raccogliere dati sul proprio territorio è un’importante risorsa, in particolar modo per via dell’effetto del cd. “Edge computing” (tradotto “Elaborazione al margine”). 

L'elaborazione dei dati in prossimità del luogo in cui vengono generati porta considerevoli vantaggi sotto diversi profili. I termini di latenza dell’elaborazione si riducono, così come si riduce il traffico di dati. Contestualmente aumenta la resilienza dei sistemi in caso di interruzione della connessione. L'“Edge computing”, inoltre, può essere sfruttato in architetture quali quella del 5G per fornire risposte in tempo reale, difficilmente realizzabili con architetture cloud (basate sul modello di elaborazione centralizzata).

Concludendo, se i Big Data costituiscono una risorsa imprescindibile per lo sviluppo futuro delle imprese, disporre di spazi per la gestione in prossimità, rappresenta sicuramente un importante vantaggio strategico per il nostro Paese.

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